Sì, lo so, è un po’ che manco dal blog: non accamperò scuse del tipo “troppo impegnato” o simili…
…è successo e basta.
Oggi però devo proprio dire la mia o rischio l’ictus; non che questo possa cambiare gli orizzonti della nostra società, ovvio, ma in fondo, come disse E. Burke
“Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all’azione”
e siccome io sono notoriamente dalla parte dei buoni … come misera azione voglio almeno dire qualcosa (meglio di niente) sugli ultimi sviluppi della scena (inter)nazionale…
Ieri sera ho appreso che il nostro governo (posto che i diversi attori di questa “rappresentazione” si mettano d’accordo) ha in animo di dare il via libera alle nostre Forze Armate perché partecipino “concretamente” alle azioni di guerra in territorio libico.
Non scenderò nel merito “guerra sì – guerra no”: chi mi segue e mi conosce sa bene come la penso ma soprattutto credo che l’ennesima opinione “di pancia” gettata nel calderone delle polemiche sarebbe inutile e persino ridicola: mi ricorda tanto il dopo-partita della nazionale di calcio quando ogni italiano é allenatore.
Ciò che ho intenzione di dire toccherà quindi la politica solo marginalmente (chissà, forse non è neanche vero) e questo perché io faccio un altro mestiere ed è sotto quel profilo che voglio restare.
Credo che tutti ricordiamo (o dovremmo ricordare) il balletto delle dichiarazioni sopravvenute all’indomani della scelta italiana di partecipare al conflitto fornendo, in prima istanza, aerei Tornado anti-radar con il compito cioè di “accecare” la contraerea nemica; e forse ricordiamo anche le rassicurazioni, forniteci da “diverse parti”, che l’Italia non avrebbe mai lanciato bombe, dichiarazione che si è meritatamente guadagnata i “sorrisi” sardonici dei partner europei.
Comunque siano le premesse e la memoria che ne abbiamo, voglio soffermarmi su una dichiarazione odierna che, data la fonte, il Ministro della Difesa, non può passare sotto silenzio: “Non bombardamenti indiscriminati ma missioni con missili di precisione su obiettivi precisi”.
Ciò detto, mi pongo, e ti pongo, delle domande:
1. Se noi parteciperemo “con missili di precisione su obiettivi precisi”, ciò significa che gli altri bombardano a tappeto, indiscriminatamente, come una sorta di “bowling” su scala libica? Strano: tutti si vantano di colpire solo gli “obiettivi strategici”…
2. Supponendo che sia così, in cosa si differenzierebbe il nostro intervento rispetto a quello delle altre nazioni “bombardanti”? Forse che le nostre bombe sono più intelligenti, portatrici sane dell’italico ingegno? Che ci vedono meglio e hanno una migliore mira?
3. Quando una bomba è intelligente? O, meglio, cosa ha di “intelligente” una bomba?
4. Come le riconosci le vittime innocenti? Quando vengono maciullate rivelano forse interiora di colore diverso?
5. Il Presidente della Repubblica ha affermato che questa determinazione sarebbe una “logica conseguenza” della nostra missione in questa guerra: e di cosa è “logica conseguenza” una guerra?
6. Qualcuno ricorda cosa recita il primo capoverso dell’art 11 della nostra Costituzione?
7. Se io ti bendo gli occhi per impedirti di notare quella pistola puntata alla tua testa, sono meno colpevole di chi, con quella pistola, ti ci spara in mezzo agli occhi (sai, stile Tornado “accecanti”…)?
8. E infine: non sarà che dire “obiettivi mirati” ci fa stare più in pace con la coscienza? Non sarà che il tentativo è quello di depotenziare il messaggio, ALTRIMENTI CHIARO, che noi facciamo la guerra e basta (qualcuno ha ancora dubbi)??
“Beh, dai, almeno schiattano quelli presi di mira, mica quelli presi a casaccio…non moriranno vittime innocenti!”
Insomma: indignarsi e nausearsi per l’ennesima “guerra dell’uomo” è forse fin troppo facile; ma farlo perché veniamo trattati come se fossimo degli idioti totali, beh, richiede un minimo di attenzione!
È un post un tantino qualunquistico? Spero onestamente di sì!
Perché è sangue “qualunque” quello che macchia la sabbia libica o “qualunque” altro territorio devastato da un “qualunque” altro conflitto bellico…
A proposito: a quando un attacco alla… Siria ?
LE SOLITE SEI REGOLE D’ORO
1) Moltiplicate le fonti di informazioni da cui attingete i dati così da costruire al meglio i vostri giudizi
2) Tenete bene a mente che il diritto al giudizio vi appartiene: se così è, allora avete anche diritto di ricevere tutti i dati per poterlo formulare compiutamente
3) Verificate quanto vi viene detto
4) Ricordate che la comunicazione è sempre finalizzata: domandatevi qual è il fine
5) Coltivate e recuperate la memoria degli eventi: parole e fatti devono andare d’accordo
6) Ponete attenzione alle “divisioni” e agli antagonismi creati ad arte