N.B.: Questo articolo è tratto dal precedente blog di Neorema Comunicazione.
Oggi, mentre cercavo di fare ordine (per altro con scarsi risultati) nella massa di libri che troneggia indisturbata fra scrivania e scaffali vari, mi è casualmente (ri)capitato tra le mani il Modello dell’Aspettativa di Heckhausen.
Abbiamo già avuto occasione di trattare l’effetto che le aspettative o il pre-giudizio hanno sulle nostre scelte circa le attribuzioni di valore a cose, persone o idee, così come sulla motivazione ad agire; per diversi aspetti ne abbiamo parlato in “Xian Yu, Chantal e le porte aperte“, in “Coca Cola, Pepsi e Dopamina“, in “Magie del meristema” ecc.
Heinz Heckhausen, psicologo tedesco, diresse il Dipartimento di Psicologia Motivazionale di quello che allora era il “Max-Planck-Institut für Psychologische Forschung” (Istituto Max Planck per la Ricerca Psicologica, oggi “Max Planck Society”) a partire dal 1982 fino alla sua morte che sopraggiunse nel 1988; nel modello che porta il suo nome egli semplifica in 4 passaggi chiave il percorso cognitivo (più profondo di quanto possa sembrare ad una lettura superficiale) che è sotteso alla presa di decisione di ciascuno circa l’agire o il non agire (non per nulla la sua opera più nota è “Motivation und Handeln“, Motivazione ed Azione).
Oggi invece che di ‘aspettativa’ parleremmo forse più correttamente di ‘convinzioni‘ o “mappa” (almeno secondo le distinzioni della Programmazione Neuro Linguistica) ma la fruibilità e la chiarezza del modello rimangono inalterate, tanto da non richiedere, a mio parere, nessun’altra parola di presentazione...