Decido di scegliere (o, meglio, scelgo di decidere) come argomento del primo articolo al rientro dalla pausa estiva uno fra quelli che, per mia sensibilità e cultura, mi disturba quotidianamente: la scelta e la creazione delle notizie da parte delle redazioni delle testate giornalistiche.
Prima di entrare in argomento trovo tuttavia utile accennare ad alcuni aspetti tecnici che sovrintendono alla cosiddetta “notiziabilità” degli eventi, cioè quei criteri e quei parametri che vengono seguiti per decidere se un “evento è una notizia” oppure no; in altre parole, qualche brevissimo accenno alle regole del newsmaking.
Nel newsmaking (costruzione della notizia) “si sottolinea la natura selettiva e negoziale del processo che trasforma un evento in notizia” (Sorrentino, 2006); semplificando e abbreviando il più possibile possiamo identificare almeno 4 criteri di notiziabilità:
1) Criterio sostantivo
Con questo si intende l’interesse e l’importanza che un evento può suscitare edavere.
Nel determinare queste due dimensioni le redazioni tengono conto di 4 variabili:
a) Soggetti coinvolti
b) Numero di persone coinvolte
c) Possibilità di sviluppi futuri (servizi, articoli, responsabilità)
d) Prossimità dell’evento al luogo dell’edizione della notizia
2) Criterio relativo al prodotto
Con questo si intende la possibilità e relativa facilità di “tradurre” l’evento in un formato di notizia adatto alla forma del mezzo (tv, radio, giornale, web…).
È infatti evidente che esistono eventi che per loro natura si prestano a “tempistiche” diverse di edizione e pubblicazione: una singola partita ha una notiziabilità diversa rispetto a un mondiale lungo un mese, l’analisi politica di un comunicato può essere fatta meglio il giorno dopo su un giornale più che nell’immediatezza di un servizio televisivo in diretta, e così via.
3) Criterio relativo al mezzo
È relativo al taglio da dare alla notizia affinché si inserisca al meglio nel flusso delle altre notizie previste (ad es. spazio residuo sulla pagina di un giornale, lunghezza temporale del servizio in tv ecc.)
4) Criterio relativo al mercato, al contesto e alla concorrenza
L’autonomia economica della testata favorisce l’orientamento verso gli interessi del pubblico (o di un suo specifico segmento).
Un evento troverà spazio come notizia sia per necessità di distinguersi dalla concorrenza sia per il motivo esattamente contrario: non “perdere la notizia”.
“Se diventa più difficile distinguersi sul cosa dire, assumono rilievo le differenze su come dirlo” (Norris, 2000)
Quanto detto fin qui non tiene conto inoltre delle pressioni politiche, delle ideologie e degli opportunismi che in un vero e proprio mercato come è diventato quello dell’informazione, decidono nettamente “cosa” e “come” deve passare.
Tutto ciò premesso vengo al punto.
Leggendo alcune testate online di oggi e seguendo alcuni tg vengo informato di un “nuovo” sciame sismico che ha colpito nottetempo (fortunatamente senza danni a persone o cose) la già martoriata zona della provincia de L’Aquila.
Questa notizia, di per sé drammatica non fosse altro per la tortura psicologica che gli abitanti di quelle aree subiscono da tempo, stride però con alcune realtà di fatto:
1) LO SCIAME NON E’ NUOVO !
La sequenza delle scosse sismiche non nasce nella notte appena trascorsa ma il 12 luglio scorso ! (fonte: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia)
…e questo se ci si attiene al solo distretto sismico su cui si basa la “notizia” di oggi!
Se invece si considerano anche le diverse aree dell’aquilano allora possiamo tranquillamente affermare che un vero e proprio momento di tranquillità le popolazioni locali non lo hanno mai vissuto!
MA ALLORA PERCHE’ DARE QUESTA NOTIZIA PROPRIO OGGI?
2) QUELLO SCIAME NON E’ L’UNICO !
Io vivo in una bellissima terra: l’Umbria, che come tutti sapete è un’altra regione che di terremoto se ne intende.
Il grande evento-notizia del 1997 ebbe inizio, dal punto di vista tecnico, con uno sciame nel distretto sismico dei Monti Martani.
Ebbene, guardate queste altre tabelle:
Perché non dare anche questa notizia?
La scossa del 28 agosto scorso ai Monti Martani (parte evidente di uno sciame!) è addirittura più forte di tutte le altre; l’aspetto sconcertante è che la notizia non solo è stata data solo da alcune tv “minori” ma limitatamente a questa singola scossa.
Ora, se di pericolo potenziale si tratta, perché citare solo il territorio dei concittadini abruzzesi?
PERCHE’ LA PAURA ABRUZZESE FA “PIU’ NOTIZIA” DI QUELLA UMBRA?
E DOV’ERANO, I MEDIA, AD ES., NEI TRE GIORNI TRA IL 29 ED IL 31 AGOSTO SCORSI? CERTO NON IN ABRUZZO VISTO CHE LE SCOSSE, ANCORA UNA VOLTA, FURONO PIU’ FORTI!
Una cosa deve essere molto chiara: qui non si tratta di una gara a chi ha la scossa più forte o il danno maggiore, ma di quale di questi eventi (e perché) ha meritato la notizia e quale no!
Forse intravediamo una risposta proprio nella premessa (e non solo) circa i criteri di notiziabilità e le opportunità che gli eventi concedono sia dal punto di vista giornalistico, che ideologico, che politico…
Pensaci un istante…
…oggi non ha forse più “risonanza” (a diversi livelli) ri-parlare del terremoto de L’Aquila rispetto a quello dell’Umbria-Marche?
Non vi sono forse maggiori possibilità di strumentalizzare l’evento per fini diversi da quelli puramente informativi?
Inoltre è più “pericoloso” farsi carico di divulgare una notizia come quella di un nuovo sciame sismico in Umbria (che sembra replicare quello del 1997).
Perché “pericoloso”? Perché se poi accade davvero qualcosa di drammatico il rimpallo delle responsabilità diventa un gioco a rischio: meglio potersi trincerare dietro l’ineluttabilità del fato, tanto poi l’evento diverrà comunque notiziabile, anche a scapito di altri.
Appare cinico, vero? Già, ma questo è purtroppo quanto accade.
L’informazione non ha molto a che vedere con l’aggiornamento obiettivo su fatti ed eventi ma piuttosto, come per qualunque altra attività umana, con gli scopi che guidano l’azione degli informatori; non intendo negare la possibilità che ci si possa muovere anche in buona fede, tuttavia preferisco alimentare il più possibile il mio senso critico e la consapevolezza su quanto accade e su quanto, invece, mi viene detto.
Nell’articolo del 29 aprile scorso intitolato “Stiamo ballando sul Titanic” è riportato un breve elenco di accorgimenti volto ad aumentare proprio la nostra consapevolezza di fronte alle informazioni che ci vengono proposte e di fronte agli eventi cui assistiamo; mi sembra proprio il caso di riproporlo!
1) Moltiplica le fonti di informazioni da cui attingi i dati così da esprimere al meglio i tuoi giudizi
2) Tieni bene a mente che il diritto al giudizio ti appartiene: se così è, allora hai anche diritto di ricevere tutti i dati per poterlo formulare compiutamente
3) Verifica quanto ti viene detto
4) Ricorda che la comunicazione è sempre finalizzata: domandati qual è il fine
5) Coltiva e recupera la memoria degli eventi: parole e fatti devono andare d’accordo
6) Poni attenzione alle “divisioni” ed agli antagonismi creati ad arte