Sì, lo so, non è vero che non ne va mai dritta una, qualche volta le cose vanno anche per il verso giusto!
Ma non è ciò che ho pensato, divertito, quando un paio di giorni fa, non ricordo come, mi sono imbattuto in questo video su Youtube: parla di un paradosso che avevo già incontrato tempo addietro e che oggi voglio usare come spunto per parlarti di un paio di cose.
Tranquillo, non dura neanche tre minuti…
Accade spesso che alcune scelte apparentemente logiche e sane, di buon senso e del tutto condivisibili, arrivino a ottenere l’opposto di ciò a cui puntavano e, anzi, finiscano con il peggiorare la situazione.
Chi conosce le leggi dei sistemi e pensa in termini di sistema non ne sarà affatto stupito, gli esempi che dimostrano la tesi sono innumerevoli, vi siamo praticamente immersi: il paradosso di Jevons (ripreso e rielaborato poi da altri economisti anche in tempi più recenti) ne è solo una semplice testimonianza fra tante.
In pratica Jevons afferma che i progressi tecnologici che migliorano l’efficienza nell’uso di una risorsa ne fanno aumentare il consumo invece di ridurlo (quello che poi è anche conosciuto come effetto rimbalzo) con un conseguente aumento del suo costo.
Un’affermazione paradossale come questa, che contraddice cioè il senso comune, è tuttora accolta come tema di confronto tra gli economisti: appare infatti difficilmente negabile che l’aumento di efficienza si traduca in una diminuzione di costi e, quindi, in un aumento della domanda (se elastica e in condizioni di concorrenza ideale).
L’ABITUALE PROSPETTIVA SISTEMICA
Non mi avventurerò in disquisizioni economiche, per via delle quali sono certo che rischierei sonore figuracce (ho alcuni amici che trattano questa disciplina ad altissimo livello e me la farebbero pagare cara), né intendo affermare che l’aumento di efficienza sia sempre e solo un danno per l’umanità: lo stesso Jevons riconosce che, per es., il nuovo motore a vapore, più efficiente, ebbe il merito di consentire di viaggiare a un maggior numero di persone, da cui l’aumento della domanda, appunto. Mi limiterò pertanto a gettare e sollecitare, come d’abitudine, uno sguardo sistemico sulla questione.
Questo primo diagramma rappresenta il punto di partenza del paradosso: se una fonte di energia può essere usata in maniera efficiente, allora posso usarla più tempo. D’altro canto il suo maggior uso ne farà salire il costo per via della consueta legge di domanda/offerta la qual cosa ne bilancerà l’uso invalidando, apparentemente, il paradosso. Il punto però, come ormai sai, è che dobbiamo imparare a guardare il sistema nel suo complesso, e non solo il nostro particolare.
Se anche mantenessimo (almeno inizialmente) la stessa domanda , il costo sostenuto per la spesa energetica diminuirebbe (per via della maggior efficienza) liberando così risorse economiche per altri consumi, da cui il circolo di bilanciamento B2.
Se aggreghiamo i comportamenti dei singoli ne traiamo quindi la tendenza denunciata da Jevons: oltre all’incremento del tempo d’uso, prima o poi incoraggiato dalla maggior efficienza, si creeranno sia nuove risorse per nuovi consumi, sia spazi di mercato (e altri prodotti creati per soddisfare la domanda di efficienza) che prima erano assenti.
Il diagramma finale diventa perciò questo:
Va da sé che quella che stai osservando è una semplificazione della realtà: è evidente che, solo per dirne qualcuna, mancano le parti relative alle regolamentazioni ex lege e agli aspetti fiscali (da cui poi l’importantissimo tema della sostenibilità ecologica ed economica probabile argomento di un futuro articolo).
Tuttavia non per questo siamo di fronte a una prospettiva meno valida dal punto di vista di ciò che può insegnarci circa il modo di affrontare i problemi o prendere decisioni; anzi, ne esce rafforzata perché, pur semplificata, presenta sin da subito, quasi preallertandoci, i tipici meccanismi inaspettati dei sistemi dinamici complessi.
Il pensiero sistemico è controintuitivo, ormai lo sai e, sì, può esserlo a un livello irritante e imbarazzante ? …ma credo che non si possa avercela con il medico solo perché ti dice che non stai bene.
Il fatto è che spesso non sono le cose a non andare per il verso giusto, ma siamo noi che non lo conosciamo proprio, quel verso: le attività umane, gli eventi e le catene di causa-effetto viaggiano seguendo le leggi dei sistemi, che ci piaccia oppure no!
Osserva l’instabilità del sistema e la tendenza di lungo periodo in questo grafico interattivo (qui trovi le istruzioni per l’uso)
PENSIERO SISTEMICO E MODELLI MENTALI
LA IELLA NON ESISTE
Snobbiamo ogni giorno la realtà sistemica, struttura di tutta la nostra esistenza personale, professionale, sociale e di specie ma poi ci lamentiamo perché “non ne va dritta una”.
In cima a ogni pagina del sito di Neorema Sistemi campeggia questa frase di P. Senge:
Le attività umane sono sistemi ma noi ci concentriamo su istantanee di parti del sistema: poi ci domandiamo perché i nostri problemi più profondi non si risolvono mai.
In definitiva, dalle nuove generazioni sono in arrivo tanti futuri adulti cui non è stato concesso di aprire gli occhi e di comprendere le vere cause dei nostri e loro problemi, né noi ci sforziamo di farlo oggi.
Abbiamo dei doveri e sono belli grossi.
Gianluigi
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