N.B.: Questo articolo è tratto dal precedente blog di Neorema Comunicazione.
A scuola ci insegnano la storia delle tragedie attraverso i Nomi e i Cognomi; le grandi guerre, le grandi ingiustizie, i grandi orrori hanno “firme” facili da ricordare: quelle del “Capo” e di pochi eventuali fedelissimi (quando sono tali).
Ma così è troppo comodo; quanti di loro infatti avrebbero potuto realmente perpetrare i rispettivi “crimini” se fossero stati soli, isolati, senza supporto né “supporters “?
Nessuno: è per questo che hanno dovuto dotarsi della “Valigetta del Piccolo Propagandista “…
“Non sarebbe impossibile dimostrare, con sufficienti ripetizioni e un’adeguata conoscenza psicologica delle persone coinvolte, che un quadrato in realtà è un cerchio. Dopo tutto cosa sono un quadrato e un cerchio? Sono solo parole e le parole possono essere modellate fino a fare di loro una copertura di idee travestite ”
(J. Goebbels, Ministro della Propaganda del Terzo Reich).
E ancora: “L’uomo comune solitamente è molto più primitivo di quanto immaginiamo. La Propaganda, di conseguenza, deve essere sempre essenzialmente semplice e ripetitiva. Nel lungo periodo riuscirà a conseguire grandi risultati nell’influenzare l’opinione pubblica solo l’individuo che riuscirà a ridurre i problemi nei termini più semplici e che avrà il coraggio di continuare a ripetere in questa forma semplificata nonostante le obiezioni degli intellettuali ”
(di nuovo Goebbels).
Rovistiamo ancora nella “Valigetta “…
“…gli effetti della propaganda devono sempre essere rivolti al sentimento, e solo limitatamente alla cosiddetta ragione. […] la prudenza di evitare qualsiasi presupposto spiritualmente troppo elevato non sarà mai abbastanza grande. […] La ricettività della grande massa è molto limitata, la sua intelligenza mediocre e grande la sua smemoratezza. Da ciò ne segue che una propaganda efficace deve limitarsi a pochissimi punti, ma questi deve poi ribatterli continuamente, finché anche i più tapini siano capaci di raffigurarsi, mediante quelle parole implacabilmente ripetute, i concetti che si voleva restassero loro impressi ” (da “Mein Kampf” di A. Hitler).
Se pensiamo che la famosa e famigerata opera è stata composta 85 anni fa e oggi rivediamo le stesse tecniche riproposte (fra le altre) purtroppo in molte aree del mondo spesso insospettabili, beh, il tutto fa una certa impressione.
E come si può fare propaganda se non attraverso i mezzi di comunicazione di massa ?
Di certo è necessaria molta cautela nel tracciare analogie fra le diverse situazioni storiche, politiche e sociali ma a occhi e orecchi consapevoli, attenti e preparati, resta di tutta evidenza una serie di stupefacenti somiglianze.
Occorre ammettere che per noi, oggi, è facile ravvisare nella storia delle grandi dittature il comune denominatore di una analoga e compiacente “dittatura” mediatica; il problema è che quando “ci sei dentro” non te ne rendi conto, esattamente come spesso (su fronti evidentemente meno drammatici) non abbiamo coscienza di quante scelte di consumo e di “formazione delle opinioni ” siano fortemente condizionate.
Il politologo Bernard Cohen acutissimamente osserva: “I mass media possono non riuscire per gran parte del tempo a dire alla gente ‘cosa pensare‘, ma sono sbalorditivamente efficaci nel dire alla gente ‘a cosa pensare‘ “
Alan Coren, giornalista e umorista inglese, aggiunge: “La democrazia consiste nello scegliere i vostri dittatori, dopo che loro vi hanno detto quello che pensate di voler sentire“.
Uno degli scopi della Comunicazione Etica professata da NEOREMA è proprio quello di rendere consapevoli gli individui circa i loro meccanismi inconsci di formazione della scelta…
…e questo vale anche per la marca di dentifricio che decidiamo di acquistare e portare a casa!
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LE SOLITE SEI REGOLE D’ORO
1) Tenete bene a mente che il diritto al giudizio vi appartiene: se così è, allora avete anche diritto di ricevere tutti i dati per poterlo formulare compiutamente e autonomamente
2) Moltiplicate le fonti di informazioni da cui attingete i dati così da costruire al meglio i vostri giudizi
3) Verificate quanto vi viene detto
4) Ricordate che la comunicazione è sempre finalizzata: domandatevi qual è il fine
5) Coltivate e recuperate la memoria degli eventi: parole e fatti devono andare d’accordo
6) Ponete attenzione alle “divisioni” e agli antagonismi creati ad arte